La radiologia delle ossa e dell’apparato scheletrico è la più antica applicazione dei raggi x allo studio del corpo umano.
La radiologia scheletrica si svolge secondo tecniche ben consolidate dall’uso, che prevedono proiezioni radiografiche specifiche per i diversi componenti ossei esaminati: fra questi, i più importanti sono il cranio, il rachide nei suoi segmenti, le ossa degli arti e il bacino.
Per l’esame di ogni elemento scheletrico vige la regola basilare delle due proiezioni ortogonali: ciò significa che l’indagine deve essere effettuata, quando possibile, in due incidenze proiettive perpendicolari fra loro, allo scopo di ottenere una visione geometricamente completa della parte
anatomica.
La radiografia dello scheletro espone il paziente alle radiazioni ionizzanti:
la dose di raggi X è comunque piuttosto limitata e può essere ulteriormente ridotta, in molti casi,
restringendo il campo di irradiazione alla sola struttura da esaminare e schermando ove possibile gli organi più radiosensibili e le gonadi.
Lo studio radiografico delle ossa ha lo scopo di analizzare la morfologia e la struttura delle componenti scheletriche in esame e di valutarne la correttezza dei rapporti articolari.
Le alterazioni ossee evidenziabili con l’indagine radiografica sono molteplici.
Fra queste, ricordiamo:
Preparazione all’esame
La radiografia scheletrica non richiede nessuna preparazione particolare.
Il paziente non deve avere oggetti metallici o monili sulle regioni anatomiche da esaminare. L’indagine radiografica del rachide lombosacrale e del bacino non può essere effettuata in maniera corretta nei primi giorni successivi ad un esame contrastografico del tubo digerente, per la
sovrapposizione del mezzo di contrasto baritato residuo.
L’esame radiografico dei segmenti ossei si può effettuare anche durante immobilizzazione post-traumatica sotto gesso: in questo caso, tuttavia, si ha una notevole perdita di dettaglio della struttura dei componenti ossei contenuti nell’apparecchio gessato.
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