L’ecografia cute (pelle) e del tessuto sottocutaneo (tessuto sottostante) è una tecnica sicura, indolore, non invasiva, che mira ad ottenere una immagine della cute e del sottocutaneo. Una sonda lineare ad alta frequenza invia e riceve ultrasuoni che vengono riflessi in misura diversa dalle diverse strutture del tessuto cutaneo.
La sonda viene appoggiata sulla superficie cutanea da esaminare e, attraverso diverse scansioni, invia l’immagine al computer ove viene catturata ed elaborata registrandola come una fotografia.
Contemporaneamente con la tecnica doppler associata all’ecografia si può valutare la normale o patologica flussimetria delle lesioni fornendo utili informazioni in merito alla natura della lesione stessa.
L’ecografia studia le alterazioni della pelle (noduli, infiammazioni, ecc.) e ricerca l’eventuale presenza di linfonodi (le strutture che producono i linfociti, globuli bianchi che svolgono un ruolo molto importante nel sistema immunitario) al collo, all’inguine, ecc. Permette inoltre di visualizzare le formazioni del sottocutaneo come lipomi, cisti, o altre formazioni nodulari.
Preparazione all’esame
L’ecografia della cute e del tessuto sottocutaneo non necessita di alcuna preparazione.
L’ecografia della cute e del sottocutaneo va fatta in tutti i casi in cui si avvisa una formazione visibile o palpabile da definire.
Con l’ecografia muscolo-tendinea, come dice il termine, è possibile evidenziare tutte le patologie a carico dei muscoli o dei tendini, alcune patologie articolari, le borse, i tessuti sottocutanei. E’ l’esame di I scelta in caso di contusioni, stiramenti e strappi muscolari (o sospetti tali), di tendiniti (al gomito, ginocchio, piede, mano, polso, caviglia, tendine di Achille), di tendinopatie della spalla, di cisti, borsiti, ematomi sottocutanei o intramuscolari. All’esame ecografico si distinguono bene i fasci muscolari e la struttura fibrillare dei tendini, che appaiono come dei “nastri” biancastri e le eventuali lesioni di queste fibre, che appaiono più scure, le raccolte liquide, siano esse cisti o ematiche, che si presentano nere, i depositi di sali di calcio (calcificazioni)a livello dei tendini, delle borse e dei muscoli, che appaiono come delle formazioni irregolari più o meno estese bianche e non attraversabili dagli echi emessi dalla sonda.
Nel dettaglio permette di vedere:
patologie muscolari:
patologie tendinee:
borsiti
artrosinoviti
cisti sottocutanee, tendinee e sinoviali
Consente la visualizzazione indiretta degli organi contenuti nell’addome inferiore, soprattutto i genitali interni (utero e ovaie) e consente, con una certa attendibilità, di diagnosticare la presenza di malformazioni o masse atipiche. L’ecografia ginecologica si esegue o per via transaddominale o per via transvaginale. La prima si esegue a vescia adeguatamente piena. La seconda invece si esegue a vescica vuota inserendo una sonda nel canale vaginale. In entrambi i modi è possibile valutare la posizione e le dimensioni dell’utero, la sua struttura e morfologia, lo studio endometriale e valutare le ovaie ed infine valutare eventuali formazioni accessorie e/o liquido nello scavo del Douglas.
L’ecografia dell’addome completo è un’indagine che studia tutti i visceri addominali. In buona sostanza comprende l’addome superiore e l’addome inferiore (pelvi). L’ecografia addominale è impiegata per valutare malattie del fegato, della colecisti, delle vie biliari, del pancreas, dei reni, ecc. e per rilevare la presenza di masse occupanti spazio (ad esempio tumori), di liquido libero o di raccolte di liquido all’interno dell’addome, ecc..
Preparazione all’esame
Il paziente deve essere a digiuno da almeno sei ore
L’ecografia della mammella è una modalità diagnostica basata sugli ultrasuoni, pertanto biologicamente innocua, in grado di produrre immagini delle componenti anatomiche e strutturali della mammella, della sottostante parete toracica e delle stazioni linfonodali satelliti. L’operatore esplora l’organo seguendo dei precisi protocolli e valuta all’istante le immagini ecografiche per identificare eventuali noduli solidi o cistici e per esaminare i dotti galattofori principali. Durante l’esame ecografico è possibile utilizzare la metodica Doppler per valutare l’eventuale presenza o assenza di flusso di sangue in un nodulo mammario: in alcuni casi tali informazioni possono essere utili per determinare le caratteristiche dell’alterazione rilevata.
L’ecografia mammaria è un’indagine inserita in un iter di diagnostica senologica. Nelle donne di età inferiore ai 40 anni l’ecografia viene eseguita come indagine di prima scelta. Nelle donne di età superiore ai 40 anni, l’ecografia è complementare alla mammografia, in quanto l’abbinamento delle due metodiche aumenta l’accuratezza nel riconoscimento del cancro mammario specie nelle mammelle dense. In campo senologico l’ecografia è un esame di fondamentale importanza per la diagnosi e la tipizzazione di una buona parte della patologia nodulare mammaria. Inoltre consente di guidare con precisione le procedure interventistiche (agobiopsia mammaria, svuotamento cisti, ecc.). L’ecografia contribuisce a chiarire la natura di addensamenti o tumefazioni rilevate dalla paziente o dal medico durante l’esame clinico della mammella e rappresenta il primo passo per caratterizzare eventuali alterazioni rilevate alla mammografia. L’ecografia è in grado di determinare se un’alterazione è solida (può trattarsi di un nodulo o pseudonodulo benigno o di tessuto tumorale) o liquida (cisti benigna) o ancora se ha struttura mista, in parte solida e in parte liquida. Gli ultrasuoni possono valutare anche altre caratteristiche strutturali di un tessuto alterato. L’indagine ecografica rappresenta un metodica di prima scelta anche per la rivalutazione delle dimensioni di un tumore dopo chemioterapia neoadiuvante e per valutare l’evoluzione di una flogosi o di un’alterazione post-traumatica. L’ecografia ha un ruolo fondamentale in alcune specifiche condizioni: - nelle donne con mammelle dense - nelle donne ad alto rischio di tumore e che non tollerano l’esame RM - nelle donne a medio rischio di tumore mammario per la familiarità o per precedenti tumori mammari - nelle donne con protesi mammarie e tessuto ghiandolare scarso non studiabile adeguatamente con la mammografia - nelle donne gravide che non possano essere esposte a raggi X.
Preparazione all’esame
Non è necessaria alcuna specifica preparazione. Viene richiesto di spogliare il torace.
L’ecografia è una tecnica sicura, indolore, non invasiva, per ottenere un’immagine della tiroide, senza l’uso di raggi X o l’iniezione di sostanze radioattive. Una piccola sonda invia e riceve ultrasuoni (suoni ad altissima frequenza che non possono essere uditi dall’orecchio umano) che vengono riflessi in misura diversa dalle strutture del corpo; viene appoggiata sul collo dopo avervi deposto una piccola quantità di gel conduttore. L’immagine viene catturata ed elaborata da un computer che la registrata come una fotografia.
Con l’ecografia si può:
– Misurare le dimensioni esatte della ghiandola, calcolarne il volume e valutare la risposta di una tiroide ingrandita al trattamento.
– Verificare la presenza di un nodulo, misurarlo nelle tre dimensioni, esaminarne le caratteristiche (solido, liquido, misto), i margini, i rapporti con le altre strutture.
– Valutare le risposta alla terapia di un singolo nodulo.
– Seguire un paziente operato di tumore, per valutare una eventuale recidiva.
– Eseguire una biopsia guidata quando il nodulo è piccolo o vicino a struttura delicate quali arterie.
– Con la tecnica doppler associata all’ecografia si puo’ studiare la vascolarizzazione della tiroide o di un singolo nodulo e trarne importanti informazioni circa la funzionalita’ e l’attivita’ metabolica.